Castello di Montelabbate

Il castello di Montelabbate deve il proprio nome e le proprie origini agli abati del vicino cenobio benedettino di San Tommaso in Foglia che probabilmente lo eressero attorno al XII secolo per difendersi dalle scorrerie degli urbinati e dei pesaresi

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Descrizione

Storia

Il castello di Montelabbate deve il proprio nome e le proprie origini agli abati del vicino cenobio benedettino di San Tommaso in Foglia che probabilmente lo eressero attorno al XII secolo per difendersi dalle scorrerie degli urbinati e dei pesaresi in lotta tra loro.

Alla soppressione del monastero (XV secolo) il castello e il territorio di Montelabbate passarono in mano alla signoria pesarese dei Malatesta che munirono la residenza abbaziale di una rocca e restaurarono le mura, mentre il borgo sottostante si estendeva e i suoi mercati diventavano sempre più fiorenti e rinomati.

Il castello di Montelabbate fu strategicamente importante nel corso della sanguinosa battaglia di Monteluro (novembre del 1443), quando ebbero ad accamparvisi prima le truppe di Francesco Sforza, poi quelle di Niccolò Piccinino e infine quelle di Sigismondo Malatesta.

Per l'amenità del luogo, il castello fu uno dei soggiorni preferiti di Costanzo Sforza, signore di Pesaro. Secondo la tradizione a Costanzo si deve la costruzione del bel torrione di levante (ciò che di più rilevante resta dell'antico fortilizio) che ricorda in alcuni particolari stilistici le architetture militari di Francesco di Giorgio Martini. Lo stesso principe restaurò anche, unendoli in una sola costruzione, la residenza degli abati e la rocca malatestiana.

Nel 1540 il duca Guidubaldo II Della Rovere concesse il castello in feudo al pesarese Giangiacomo Leonardi, gli eredi del quale ne tennero il possesso fino al 1804.

 

Struttura

Del fitto tessuto urbano e delle strutture che componevano il sito fortificato, oggi non restano che le mura quattrocentesche, a pianta triangolare, ai cui vertici troviamo:
1. a levante il torrione principale, che fu oggetto nei primi anni '80 del Novecento di un' opera di consolidamento da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Ambientali delle Marche. Al torrione sono annesse alcune costruzioni del XVI secolo, in parte ridotte a dei ruderi.
2. a nord-ovest un secondo torrione di notevoli dimensioni, di cui purtroppo non resta che una piccola porzione di attacco alle mura di sud-ovest; 
3. a nord un torrione di dimensioni molto contenute, in parte ancora conservato e dotato al suo interno di alcuni vani difficilmente esplorabili per il crollo delle strutture e la presenza di numerosi detriti.

La cinta muraria tra i torrioni nord e nord-ovest risulta per buona parte perduta a causa di un moto franoso che da secoli interessa quel versante della collina e che in anni recenti ha mostrato una preoccupante ripresa.

Pagina aggiornata il 21/06/2024